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Il disturbo del desiderio sessuale: comprensione e approcci terapeutici
21/03/2025
Il desiderio sessuale rappresenta una componente fondamentale della vita affettiva e relazionale di ciascun individuo, poiché influisce direttamente sul benessere psicologico e sul dinamismo emotivo all’interno della coppia. Esso non riguarda solo l’aspetto fisico dell'intimità, ma coinvolge anche dimensioni psicologiche, relazionali e culturali, che possono essere influenzate da vari fattori, tra cui lo stress, le esperienze passate, i cambiamenti fisici o le dinamiche di coppia. Tuttavia, quando tale desiderio si riduce, si modifica o scompare, è possibile che si sviluppino disturbi che compromettono non solo la sfera sessuale, ma anche la qualità della vita affettiva e relazionale, creando disagi a livello psicologico, emotivo e sociale. I disturbi del desiderio sessuale sono tra le problematiche più comuni e diffuse, con una prevalenza che interessa milioni di persone in tutto il mondo, e che colpisce sia uomini che donne, anche se con modalità e incidenze differenti.
Tra i disturbi del desiderio sessuale più diffusi abbiamo: il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo e il disturbo da avversione sessuale.
Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo (HSDD) è una condizione caratterizzata da una persistente carenza di pensieri, desideri, emozioni o ricettività alla stimolazione sessuale, che dura almeno sei mesi e causa disagio significativo nella persona (Pettigrew & Novick, 2021).
Esistono due forme principali di HSDD: nella forma primaria, il disturbo è presente fin dall'inizio della vita sessuale dell'individuo e non è mai stato caratterizzato da una normale esperienza di desiderio sessuale. Nella forma secondaria, invece, il disturbo si sviluppa successivamente, solitamente dopo un periodo di desiderio sessuale normale, e può essere associato a vari fattori scatenanti, come cambiamenti nelle circostanze di vita, malattie, o disfunzioni relazionali. In entrambi i casi, la carenza di desiderio sessuale non è causata da altre condizioni mediche ma rappresenta un disturbo a sé stante.
Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo è una delle disfunzioni sessuali più comuni e diffuse, in particolare nelle donne, dove l'incidenza di questa condizione è significativamente più alta rispetto agli uomini (Pettigrew & Novick, 2021).
Il disturbo da avversione sessuale (SAD) è caratterizzato da un'avversione persistente o ricorrente e un evitamento di tutto o quasi tutto il contatto sessuale genitale con un partner sessuale, e tale condizione causa disagio o difficoltà interpersonali (Brotto, 2010). A differenza del disturbo del desiderio sessuale ipoattivo (HSDD), che riguarda una carenza di desiderio, il SAD è caratterizzato da una reazione emotiva intensa di rifiuto e avversione nei confronti dell'attività sessuale, che può essere associata a sentimenti di repulsione o ansia.
Il SAD è un disturbo che si manifesta in modo significativo nella vita sessuale e relazionale della persona, influenzando negativamente la qualità della vita affettiva e creando conflitti con il partner. Le cause alla base di questo disturbo possono essere varie, tra cui esperienze traumatiche pregresse, problematiche relazionali, fattori psicologici come ansia o depressione, e, in alcuni casi, anche fattori biologici o ormonali.
Cause Psicologiche e Socioculturali
Tra le cause psicologiche, lo stress occupa un posto centrale come fattore che incide negativamente sul desiderio sessuale. Come sottolineato da Mollaioli et al. (2020), lo stress, sia quello quotidiano che quello legato a situazioni specifiche (ad esempio, lavorative o familiari), è associato a una riduzione del desiderio sessuale e può contribuire all'insorgenza di disfunzioni sessuali. La risposta fisiologica allo stress, che include l'attivazione del sistema nervoso autonomo e la produzione di ormoni come il cortisolo, può compromettere l’equilibrio ormonale necessario per il desiderio sessuale, aumentando la difficoltà nel provare piacere o interesse per l'intimità.
Inoltre, fattori psicologici come ansia, depressione e bassa autostima sono strettamente legati alla riduzione del desiderio sessuale. Le persone che sperimentano queste condizioni emotive possono vedere la sessualità come un'attività frustrante o dolorosa, portando a una minore ricettività nei confronti dell'intimità. La depressione, in particolare, è associata a un abbassamento della libido, poiché altera il bilancio neurochimico nel cervello, riducendo la capacità di provare piacere, compreso quello sessuale.
Dal punto di vista socioculturale, le norme e le aspettative culturali legate alla sessualità possono influenzare profondamente il desiderio sessuale. Le società, infatti, promuovono spesso determinati modelli di comportamento sessuale e di relazioni, che possono entrare in conflitto con il desiderio individuale, specialmente quando la persona si trova a non rispondere a questi ideali o a non sentirsi libera di esprimere i propri desideri sessuali. Le differenze di genere, ad esempio, sono un fattore cruciale da considerare: le donne, in molte culture, possono trovarsi a dover affrontare restrizioni nei propri comportamenti sessuali a causa di modelli sociali che limitano la loro espressione del desiderio.
Inoltre, la sessualità è influenzata dalle aspettative relazionali e dal contesto in cui la persona vive la propria vita intima. Le dinamiche di coppia, i conflitti, la comunicazione scarsa o inefficace e la mancata intimità emotiva contribuiscono in modo significativo alla riduzione del desiderio sessuale.
Il trattamento dei disturbi del desiderio
l trattamento dei disturbi del desiderio sessuale, come l'HSDD e il SAD, è un processo complesso che richiede un approccio integrato, in cui l'intervento psicoterapeutico riveste un ruolo centrale. Gli interventi di prima linea comprendono l'educazione sessuale e il counseling, che forniscono informazioni sul funzionamento del desiderio sessuale e su come esso possa cambiare nel corso della vita.
È particolarmente importante l'introduzione del concetto di "desiderio responsivo", che aiuta molti pazienti, in particolare le donne, a comprendere che il desiderio sessuale può emergere in risposta a stimoli, piuttosto che essere una reazione spontanea e continua (Pettigrew & Novick, 2021).
Accanto a questi interventi, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la mindfulness si sono mostrati efficaci nel trattamento dei disturbi del desiderio sessuale. La CBT aiuta a identificare e modificare i pensieri disfunzionali legati alla sessualità, riducendo ansia e blocchi emotivi. La mindfulness, d’altra parte, favorisce una maggiore consapevolezza corporea ed emotiva, aiutando a ridurre l’avversione sessuale, specialmente nel SAD. Alcuni studi suggeriscono che un approccio combinato di mindfulness e CBT possa migliorare l'efficacia terapeutica.
In alcuni casi, può essere utile anche integrare l'uso di farmaci, ma solo come complemento alle terapie psicologiche. Il trattamento farmacologico deve sempre essere monitorato da un professionista esperto, al fine di garantire che venga utilizzato in modo sicuro e appropriato, senza sostituire gli approcci terapeutici di tipo psicologico e relazionale.
Questo approccio multidisciplinare consente di affrontare i disturbi del desiderio sessuale considerando sia gli aspetti sessuali che quelli psicologici e relazionali, aiutando i pazienti a migliorare la loro sessualità, rafforzare l'autostima, il benessere psicologico e la qualità della relazione di coppia.
A cura di APL - Psicologi della Lombardia