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Psicomotricità in età avanzata
03/06/2025
L’anzianità è una fase della vita caratterizzata da cambiamenti fisiologici, psicologici e sociali che possono comportare una serie di difficoltà, tra cui il declino delle capacità cognitive, motorie e la crescente vulnerabilità emotiva.
Con l'avanzare dell'età, molti anziani affrontano sfide legate alla solitudine, alla perdita di autonomia e all’insorgere di patologie croniche che influenzano negativamente la qualità della vita. In questo contesto, la psicomotricità emerge come una disciplina fondamentale, poiché, attraverso il movimento e l'integrazione delle funzioni motorie, cognitive ed emotive, offre un supporto efficace per il mantenimento e il potenziamento delle capacità residue. La pratica psicomotoria, infatti, stimola la memoria, la coordinazione e il benessere psicologico, contribuendo al miglioramento delle capacità di relazione e alla riduzione dei sentimenti di frustrazione e isolamento che spesso contraddistinguono questa fase della vita. Per tale motivo i giochi di psicomotricità sono preziosi per le persone anziane, poiché rappresentano strumenti fondamentali per mantenere attive le funzioni cognitive e motorie, favorire la socializzazione e prevenire il declino psicofisico.
A differenza dell’infanzia, nella quale l’attività ludica supporta l’apprendimento delle abilità cognitive e sociali, nell’anziano, invece, l’obiettivo è quello di conservare e valorizzare le capacità residue (Vargiu, 2020). La psicomotricità applicata all’età senile permette di ridurre il divario che si crea tra corpo immaginario, schema corporeo, e corpo reale operativo, andando a favorire la sovrapposizione e facilitando così la relazione tra individuo e ambiente, fine ultimo di ogni processo abilitativo e riabilitativo.
Il gioco psicomotorio per gli anziani si configura come un'attività strutturata e finalizzata, che può assumere diverse forme in base agli obiettivi specifici e alle necessità individuali. Tra le attività maggiormente utilizzate troviamo esercizi di equilibrio, giochi di coordinazione motoria e di stimolazione cognitiva, che non solo aiutano a prevenire cadute e incidenti, ma migliorano anche la percezione del proprio corpo nello spazio. Queste attività a mediazione corporea, spesso integrate in contesti di gruppo, rappresentano un’occasione unica per instaurare relazioni sociali, contrastando la solitudine e favorendo il senso di appartenenza.
Un aspetto fondamentale del gioco psicomotorio per gli anziani è la sua capacità di promuovere il benessere emotivo. Attraverso il movimento e il coinvolgimento in attività ludiche, gli anziani possono sperimentare momenti di gioia, ridurre i livelli di stress e sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni. In questo ambito, metodologie come la bioenergetica, la musicoterapia e la mindfulness in movimento trovano ampio spazio.
La bioenergetica, per esempio, utilizza il movimento corporeo per sciogliere le tensioni fisiche ed emotive, favorendo il rilassamento e una maggiore connessione con il proprio corpo. La musicoterapia, invece, sfrutta il potere evocativo e terapeutico della musica per stimolare la memoria, le emozioni e le interazioni sociali, creando un ambiente inclusivo e stimolante. La mindfulness stimola le capacità di consapevolezza e di concentrazione sul sé e sul mondo che ci circonda, permettendo così di ripristinare e favorire una maggiore cognizione nel soggetto.
Il movimento, nella psicomotricità, non è semplicemente un’attività fisica, ma un’espressione profonda dell’identità e della relazione della persona con il mondo circostante; la psicomotricità non si occupa di corpo e di movimento come dimensioni esperienziali che stanno alla base dello sviluppo della persona. In particolare, durante l’anzianità, i cambiamenti legati al processo di invecchiamento influenzano significativamente lo schema corporeo e la qualità del movimento. Azioni fondamentali come camminare, mantenere l’equilibrio o afferrare, che rappresentano le basi della coordinazione motoria, possono progressivamente indebolirsi. Questo declino motorio si accompagna spesso a una riduzione dell’equilibrio statico e dinamico, aumentando il rischio di cadute e portando ad un atteggiamento di inibizione e insicurezza nei confronti del movimento.
Parallelamente, la perdita di fiducia nelle proprie capacità motorie può indurre l’anziano a un progressivo ritiro dai contesti sociali, alimentando sentimenti di isolamento e un atteggiamento di chiusura. In questa prospettiva, l’intervento psicomotorio si propone non solo come un mezzo per preservare le capacità fisiche residue, ma anche come uno strumento per restituire valore e significato al movimento come atto espressivo e relazionale.
La psicomotricità mira a favorire una riappropriazione del corpo e delle sue potenzialità, valorizzandolo come un’unità integrata e dinamica (Madera, & Bellotti, 2008). Attraverso esercizi mirati che coinvolgono il gesto, il ritmo e la coordinazione, si promuove il recupero della fiducia nel corpo e nella sua capacità di interagire con l’ambiente. Questo approccio aiuta l’anziano a percepire il movimento non solo come una funzione meccanica, movimento oggettivo, ma come una forma di comunicazione e adattamento, capace di rispondere alle esigenze della realtà circostante, movimento soggettivo.
Il gesto, nella psicomotricità, diventa un linguaggio, un mezzo attraverso cui l’anziano può esprimere sé stesso, le proprie emozioni e le proprie esigenze. Favorire l’espressione corporea significa, infatti, incoraggiare un dialogo tra il corpo e l’ambiente, tra l’individuo e gli altri. Le attività psicomotorie, svolte in un contesto protetto e inclusivo, aiutano l’anziano a ritrovare un senso di appartenenza e di partecipazione, contrastando la tendenza al ritiro sociale e promuovendo un’interazione positiva con il mondo esterno.
In definitiva, la psicomotricità non si limita a un intervento sul corpo, ma si rivolge all’intera persona nella sua unicità e complessità. Attraverso il movimento, si restituisce dignità al corpo come mezzo di espressione, relazione e comunicazione, contribuendo al benessere globale dell’anziano e favorendo un invecchiamento attivo e consapevole. In particolare, (il gioco) l’attività psicomotoria rappresenta uno strumento prezioso in questo processo: non solo stimola il recupero delle capacità motorie e cognitive residue, ma promuove anche la creatività, il piacere del movimento e la socializzazione.
A cura di ATENEO